CAJA: «SBAGLIATO VIETARE LE TRASFERTE. CONTRO CANTÙ DOVREMO ESSERE COMPATTI»
dic 06, 2019
Ecco le parole di Attilio Caja in vista di Acqua S.Bernardo Cantù-Pallacanestro Openjobmetis Varese:
«La prima cosa che mi viene in mente a proposito del derby contro Cantù è il divieto della trasferta che è stato impartito ai nostri tifosi. Ritengo che soluzioni come queste siano superficiali; la repressione non è il modo giusto di risolvere i problemi, anzi, mette in risalto una certa incapacità di risolvere i problemi. Questo discorso vale per tutte le società e per tutte le tifoserie, non solo per noi. Così facendo si va a penalizzare non solo le persone, che non hanno la libertà di uscire di casa per seguire la propria squadra, ma anche le realtà sportive, che fanno importanti sacrifici per garantire uno spettacolo. Partite come i derby sono l'essenza dello sport; anche per noi professionisti che andiamo in campo ogni giorno per fare del nostro meglio per condividere gioie e delusioni con i tifosi. Giocare in palazzetti vuoti non è la stessa cosa. Ritengo che ognuno di noi, ognuno per i propri compiti, debba fare del proprio meglio; e tra il meglio che si possa fare, sicuramente, non esiste la repressione, cosa che non appartiene ad un mondo civile. Detto questo, sia Varese che Cantù si affronteranno dando il meglio di loro stesse; da parte nostra dovremo rimanere il più compatti possibile riducendo al minimo gli errori perché in un derby ogni possesso può essere decisivo o per la vittoria o per la sconfitta. Ci siamo preparati per fare la nostra miglior partita, forti della fiducia che deriva dalle ultime vittorie contro Roma e Venezia ma anche da quanto di buono è stato fatto, nonostante la sconfitta, nella gara contro Reggio Emilia. Alla fine solo una squadra avrà la meglio, ma noi siamo consapevoli di esserci preparati bene e di aver fatto il massimo per essere pronti».
«La prima cosa che mi viene in mente a proposito del derby contro Cantù è il divieto della trasferta che è stato impartito ai nostri tifosi. Ritengo che soluzioni come queste siano superficiali; la repressione non è il modo giusto di risolvere i problemi, anzi, mette in risalto una certa incapacità di risolvere i problemi. Questo discorso vale per tutte le società e per tutte le tifoserie, non solo per noi. Così facendo si va a penalizzare non solo le persone, che non hanno la libertà di uscire di casa per seguire la propria squadra, ma anche le realtà sportive, che fanno importanti sacrifici per garantire uno spettacolo. Partite come i derby sono l'essenza dello sport; anche per noi professionisti che andiamo in campo ogni giorno per fare del nostro meglio per condividere gioie e delusioni con i tifosi. Giocare in palazzetti vuoti non è la stessa cosa. Ritengo che ognuno di noi, ognuno per i propri compiti, debba fare del proprio meglio; e tra il meglio che si possa fare, sicuramente, non esiste la repressione, cosa che non appartiene ad un mondo civile. Detto questo, sia Varese che Cantù si affronteranno dando il meglio di loro stesse; da parte nostra dovremo rimanere il più compatti possibile riducendo al minimo gli errori perché in un derby ogni possesso può essere decisivo o per la vittoria o per la sconfitta. Ci siamo preparati per fare la nostra miglior partita, forti della fiducia che deriva dalle ultime vittorie contro Roma e Venezia ma anche da quanto di buono è stato fatto, nonostante la sconfitta, nella gara contro Reggio Emilia. Alla fine solo una squadra avrà la meglio, ma noi siamo consapevoli di esserci preparati bene e di aver fatto il massimo per essere pronti».