DINO MENEGHIN E GIANMARCO POZZECCO CITTADINI ONORARI DI VARESE

Serata di grandi emozioni al PALA2A dove si è tenuto un consiglio comunale della città di Varese per la prima volta sul parquet del Lino Oldrini. La giunta al gran completo si è riunita a Masnago per un evento speciale: il conferimento della cittadinanza onoraria a due grandissimi campioni che hanno scritto pagine indimenticabili con la maglia della Pallacanestro Varese. Dino Meneghin e Gianmarco Pozzecco, idoli indiscussi e amatissimi, questa sera sono diventati a tutti gli effetti cittadini di Varese. Il sindaco Davide Galimberti affiancato dal presidente del consiglio comunale Stefano Malerba hanno infatti consegnato le pergamene ai due ex giocatori visibilmente emozionati per una serata indimenticabile davanti ai tantissimi appassionati intervenuti assieme a moltissimi ex giocatori di Varese che non hanno voluto mancare questo momento speciale per i loro compagni.



“Ringrazio tutti di essere venuti – ha detto Dino Meneghin – Questa cittadinanza è giunta davvero inaspettata e ringrazio tutti i componenti del consiglio comunale per questa decisione che mi fa molto piacere. Ovviamente ho tantissimi ricordi legati a questo palazzetto. Le vittorie con Varese che sono ricordate dagli stendardi appesi sulle volte di Masnago le ho potute conquistare soprattutto grazie al contributo dei miei ex compagni, seduti oggi in prima fila. Spesso mi domando che cosa sarebbe successo se i miei genitori non si fossero trasferiti qui visto che hanno trovato un lavoro a Varese, città dove si è stabilito anche mio fratello. Qui ho avuto un figlio e ho passato gran parte della mia vita. Quando sono in giro per il mondo tanta gente mi chiede ancora di Varese e della Ignis: questo significa che abbiamo lasciato il segno. La nostra fortuna è stata quella di aver avuto presidenti appassionati come Giovanni e Guido Borghi oltre a Toto Bulgheroni che con la loro passione e gli sforzi economici hanno creato una Varese vincente. Qui ho avuto ottimi allenatori e a questo punto non mi resta che ringraziare la città per tutto ciò che ho avuto, le emozioni e le gioie. Ringrazio anche la stampa e il pubblico: quel Forza Varese urlato dai tifosi mi rimbomba ancora nelle orecchie. Anzi, sarebbe bello se anche ai miei compagni fosse tributato questo onore: dopo 10 finali di Coppa Campioni penso sia il minimo. Le abbiamo centrate tutti assieme grazie ad una squadra di amici che si sono sempre divertiti a giocare a basket”.



Dopo Dino Meneghin è stato il turno di Gianmarco Pozzecco: “La prima cosa che va detta – ha esordito il Poz - è che questo riconoscimento è giusto. Me l’aspettavo: io e Dino insieme abbiamo vinto 8 scudetti e 5 coppa dei Campioni. Mi sono sempre sentito per certi versi cittadino di Varese: qui ho giocato 8 anni e in giro per l’Italia mi ritengono uno di Varese. Ma anche in Europa è così. A tutti quelli che mi chiedono della mia cittadinanza ho spesso detto di esser nato a Varese. Ora posso dirlo senza barare. Devo ringraziare tante persone. La prima è Toto Bulgheroni che vorrei qui con me. La seconda è Giovanni Pierantozzi su cui avrei mille episodi da raccontare. Vi confesso che lui è sempre stato il mio consulente matrimoniale: ho portato tutte le mie fidanzate da lui per averne l’approvazione. A loro due sono legatissimo. Ricevere questa cittadinanza onoraria è assolutamente impagabile: grazie Varese ora e per sempre”.



Convocato dal Poz, Antonio Bulgheroni è intervenuto quindi al fianco dei due campioni varesini: “Ringrazio il consiglio comunale della mia città per aver dato questo riconoscimento legato allo sport. Tutti sappiamo come la pallacanestro sia qualcosa di veramente importante per questo territorio. Devo stare attento a parlare di loro due, alla mia età mi commuovo facilmente. Con Dino abbiamo vinto la prima Coppa nel 1970 condividendo emozioni uniche e irripetibili. Il più grosso dispiacere che ho avuto è quando rilevai la società: lui purtroppo era già stato ceduto a Milano. Parlare di Gianmarco è più difficile, è stato un giocatore fantastico. Ha portato una passione e un cuore unici in questa città. Lo scudetto della stella nel 1999 non l’avremmo mai vinto se al suo posto ci fosse stato qualsiasi altro giocatore. Ha un cuore grande e unico: spero che al cuore abbini anche una testa migliore, mi ha promesso di metterla a posto. Questa è una serata unica per lo sport, per il basket e per Varese. Grazie a tutti”.