IL BASKET E GLI SCACCHI. INTERVISTA AD ALEKSA AVRAMOVIC
Feb 18, 2017
Non è mai facile dover lasciare la propria casa, i propri affetti, le proprie abitudini per inseguire un sogno, un obiettivo, che possa ripagare in termini di felicità e soddisfazioni il sacrificio che si compie.
Soprattutto se hai poco più di 20 anni e vieni da una città come Čačak che, cestisticamente parlando, può caricare di aspettative il tuo approdo in una nuova realtà. La città natale di Želimir Obradović e Dragan Kićanović, ma che ha anche adottato per un breve periodo un “tale” Aza Nikolić, è la stessa di Aleksa Avramovic, playmaker classe '94 della Openjobmetis Varese.
«Mi sono avvicinato al basket quando avevo otto anni -racconta l'ex MVP del campionato serbo-; inevitabile quando nasci e cresci in quella che viene definita “Città della Pallacanestro”. È proprio lì che ho mosso i miei primi passi su un parquet vestendo la maglia del Mladost Čačak prima e quella del KK Borac Čačak successivamente. Quando è arrivata in estate la chiamata di Varese non ho avuto dubbi, perché si tratta di una piazza importantissima a livello europeo. L'impatto con la nuova realtà, però, non è stato semplice. Il livello del campionato italiano, infatti, è molto alto. Ci sono squadre veramente forti composte da giocatori di assoluto livello. Per quanto mi riguarda ho la fortuna di far parte di un gruppo di giocatori che mi aiutano con consigli e dritte utili per migliorarmi. A loro si aggiunge uno staff tecnico preparato che con passione, ogni giorno, ci indica la giusta via per poter crescere come squadra».
«Nonostante il nostro impegno quotidiano -continua Aleksa- stiamo attraversando un periodo veramente difficile a livello di risultati. Tutto ciò che più desidero è mantenere Varese in Serie A cercando di vincere ogni partita che rimane da qui fino alla fine del campionato. In che modo? Allenandoci duramente, ma soprattutto combattendo con coraggio andando oltre i nostri limiti. Siamo una buona squadra, lo spirito non ci manca di certo; dobbiamo solo evitare di fare gli errori commessi fino ad ora».
Che persona è Aleksa Avramovic lontano dal parquet?
«È una persona normale e tranquilla che cerca di infondere positività in tutto quello che fa e con tutte le persone con cui si confronta. Mi piace stare con la mia famiglia, con gli amici e con la fidanzata. Ho tanti interessi diversi: la play station, gli scacchi, i film, la lettura. In generale però sono attratto da tutto ciò che riguarda il basket in ogni sua forma».
E da grande? Cosa vorresti fare?
«Anche se sono abituato a ragionare “step by step”, a livello personale mi piacerebbe vestire la maglia della mia Nazionale ed essere un giocatore di livello europeo. Al momento, però, non riesco a pensare ad altro che non sia la salvezza della Openjobmetis; è tutto ciò che desidero ed è tutto ciò per cui io ed i miei compagni stiamo combattendo».
Soprattutto se hai poco più di 20 anni e vieni da una città come Čačak che, cestisticamente parlando, può caricare di aspettative il tuo approdo in una nuova realtà. La città natale di Želimir Obradović e Dragan Kićanović, ma che ha anche adottato per un breve periodo un “tale” Aza Nikolić, è la stessa di Aleksa Avramovic, playmaker classe '94 della Openjobmetis Varese.
«Mi sono avvicinato al basket quando avevo otto anni -racconta l'ex MVP del campionato serbo-; inevitabile quando nasci e cresci in quella che viene definita “Città della Pallacanestro”. È proprio lì che ho mosso i miei primi passi su un parquet vestendo la maglia del Mladost Čačak prima e quella del KK Borac Čačak successivamente. Quando è arrivata in estate la chiamata di Varese non ho avuto dubbi, perché si tratta di una piazza importantissima a livello europeo. L'impatto con la nuova realtà, però, non è stato semplice. Il livello del campionato italiano, infatti, è molto alto. Ci sono squadre veramente forti composte da giocatori di assoluto livello. Per quanto mi riguarda ho la fortuna di far parte di un gruppo di giocatori che mi aiutano con consigli e dritte utili per migliorarmi. A loro si aggiunge uno staff tecnico preparato che con passione, ogni giorno, ci indica la giusta via per poter crescere come squadra».
«Nonostante il nostro impegno quotidiano -continua Aleksa- stiamo attraversando un periodo veramente difficile a livello di risultati. Tutto ciò che più desidero è mantenere Varese in Serie A cercando di vincere ogni partita che rimane da qui fino alla fine del campionato. In che modo? Allenandoci duramente, ma soprattutto combattendo con coraggio andando oltre i nostri limiti. Siamo una buona squadra, lo spirito non ci manca di certo; dobbiamo solo evitare di fare gli errori commessi fino ad ora».
Che persona è Aleksa Avramovic lontano dal parquet?
«È una persona normale e tranquilla che cerca di infondere positività in tutto quello che fa e con tutte le persone con cui si confronta. Mi piace stare con la mia famiglia, con gli amici e con la fidanzata. Ho tanti interessi diversi: la play station, gli scacchi, i film, la lettura. In generale però sono attratto da tutto ciò che riguarda il basket in ogni sua forma».
E da grande? Cosa vorresti fare?
«Anche se sono abituato a ragionare “step by step”, a livello personale mi piacerebbe vestire la maglia della mia Nazionale ed essere un giocatore di livello europeo. Al momento, però, non riesco a pensare ad altro che non sia la salvezza della Openjobmetis; è tutto ciò che desidero ed è tutto ciò per cui io ed i miei compagni stiamo combattendo».